Riflessioni

Borghi

Sono un amante dei piccoli borghi, dei paesi dove le persone si conoscono per nome, dove si continua a lasciare le chiavi sulla porta perché lì non ci sono ladri ma amici, vicini di casa, persone che si scambiano favori. Dove la vita sembra scorrere a ritmi diversi di quelli presenti nelle grandi città.
Non so se vi è mai capitato di attraversare un paese come quello che vi ho appena descritto ma se mai vi dovesse capitare sono sicuro che rimarrete, anche voi, piacevolmente colpiti dal numero di signori in pensione che si ritrovano al bar della piazza principale a discutere di politica, sport o semplicemente per giocare a carte.
Un quadro quasi perfetto, una realtà presente solo nel regno di “Utopia”.
Immaginate che oggi stiate attraversando quella piazza, vi avvicinate al bar gestito da un’anziana signora che, in paese, conosce tutti. Ordinate un caffè e nell’attesa prendete in mano il quotidiano che, tutte le mattine, il figlio della barista compra nell’unica edicola del paese. Nella prima pagina trovate a caratteri cubitali di tutto e di più della guerriglia che sabato ha colpito la città di Roma e già questo va a sbiadire i caldi colori della giornata ma sfogliando ancora alcune pagine vi imbattete in un articolo che cita: “Rapporto sullo stato delle famiglie, sono 2,73 milioni i nuclei familiari in difficoltà. Aumentano i giovani, in cinque anni la percentuale cresce quasi del 60%.”
Il sorriso che avevate dipinto sul viso, fino a pochi minuti prima, si affievolisce, lasciando il posto alla tristezza con un pizzico di ansia. Non riuscite più a vedere ciò che di bello vi circonda, non riuscite nemmeno a capire perché quelle persone intorno a voi continuano a comportarsi come se nulla fosse. Possibile che nessuno a letto le notizie? Perché nel piccolo borgo la vita sembra essersi fermata a trenta o quaranta anni prima? Non riuscite a darvi una risposta, non sapete se state impazzendo o se i pazzi sono gli altri.
Risalite in macchina dopo aver bevuto un caffè così velocemente che avete ancora la gola in fiamme e sfrecciate sulle strade inseguendo la vita frenetica della società del nuovo millennio.
Mentre state guidando con il pedale del gas schiacciato al massimo, continuate a pensare a quel piccolo borgo e ai suoi abitanti e realizzate che anche loro hanno letto quell’articolo, anche loro sono preoccupati per il futuro ma, a differenza vostra, hanno scelto di vivere in un altro modo, quello migliore.
É una bella giornata di metà ottobre ed è ancora un piacere camminare per le strade. Lo zaino non è così pesante come credevo e il bastone su cui mi appoggio agevola il passo. Ho molta strada da fare e spero di ritrovarvi ancora la prossima volta.

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